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In cosa consiste la dieta mediterranea
Non essendo una dieta dimagrante, men che meno un regime dietetico rigido, la dieta mediterranea può essere definita uno stile alimentare.
Essa prende il nome dal Mar Mediterraneo, in quanto sembra sia nata presso le antiche popolazioni che abitavano quei territori. Diversamente da tantissime altre diete, la mediterranea consente il normale consumo di carboidrati, sottoforma di pasta e cereali.
Poi, anche grazie ai prezzi più bassi, viene promosso il consumo di legumi, piuttosto che di carne bovina ed equina; la cosiddetta “carne dei poveri”, le leguminose, è ricca di proteine vegetali. La carne non è, tuttavia, esclusa ma si consiglia un consumo moderato, in particolare di carni bianche.
L’olio extravergine di oliva è il condimento principale, con cui condire i svariati contorni di verdura. Abbondante, poi, il consumo di frutta fresca, che certo non manca nei territori del Mediterraneo. Altri prodotti di questi territori sono il vino e il pesce, molto graditi nella dieta Mediterranea.
Nascita della dieta mediterranea
La dieta mediterranea è il risultato tra l’incontro delle abitudini alimentari dei popoli italici con quelle delle popolazioni dell’Europa continentale e settentrionale. I primi fondavano la propria alimentazione sulla triade olio-vino-grano, mentre i secondi proponevano l’abbinamento cereali-carni, con l’aggiunta di ortaggi.
Gli scontri bellici tra Romani e Barbari, agli inizi del Medioevo e nel primo periodo post imperiale, portarono a una reciproca influenza gli uni sulla cucina degli altri.
Per secoli, questa abitudine alimentare continuò a proliferare indisturbata; fu solo all’inizio del Novecento che si iniziò a individuarla come regime alimentare a sé.
Le sue virtù salutari furono riconosciute, per la prima volta, dallo studioso Ancel Keys, che in quegli conduceva delle ricerche in merito alla mortalità dovuta alle abitudini alimentari.
Nella sua ricerca, Keys riscontrò che, assunta la stessa quantità di grassi, in Italia si verificavano molti meno infarti che in Finlandia. Ciò perché diverse erano le tipologie di grassi assunte; la Finlandia, infatti, consumava grassi di origine animale, mentre l’olio extravergine d’oliva era il maggior lipide assunto in Italia.
Le sorti della dieta mediterranea hanno iniziato a vacillare con il boom economico del secondo dopo guerra, che faceva ritenere questa dieta troppo povera in confronto all’abbondanza che si stava vivendo.
A ciò, si aggiunse l’imitazione delle abitudini alimentari dell’America, in cui si stava già formando la società dei consumi alimentari di massa. Si tratta dell’avvento del fast food e dei cibi spazzatura, diametralmente opposti alle sane abitudini alimentari della dieta mediterranea.
Ora, pian piano, si sta facendo un’inversione di marcia, soprattutto negli Stati Uniti, patria del fast food, in cui il tasso di obesità sta diventando sempre più alto. Per combattere questo problema, oltre alla promozione dell’esercizio fisico, si sta promuovendo proprio la dieta mediterranea, certamente più salutare delle abitudini alimentari a stelle e strisce.