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Perché intraprendere una dieta dissociata
La salute viene prima di tutto. Sono ormai numerosi i riscontri scientifici dei rischi del sovrappeso. Malattie cardiache, diabete e pressione alta sono connessi a un peso corporeo fuori misura.
Mantenere il peso forma dovrebbe essere interesse di tutti, impegnandosi anzitutto in un corretto stile di vita. Non di meno, la dieta non garantisce il peso forma, se al contempo non si abitua l’organismo ad uno stile di vita salutare.
Talvolta, però, nemmeno lo stile di vita garantisce un peso ideale. Soprattutto per le donne, durante la vita alcuni eventi possono incidere sul proprio peso; gravidanze, disturbi ormonali o periodi di forte stress sono alcune delle cause più comuni. Bisogna, allora, praticare uno sport leggero, anche per i benefici psicologici che ne derivano.
L’attività fisica libera endorfine, e quando genera una moderata attività aerobica, può aiutare a perdere peso, purché praticata con costanza. Ma quando nemmeno questo basta, il dietologo potrebbe consigliare una dieta.
Spesso la motivazione alla base di una dieta può essere semplicemente estetica. Ma bisogna ricordare che una pratica dietetica è sempre una terapia fisica, che come ogni terapia deve avere motivazioni mediche. Anche perché i canoni di bellezza trasmessi in tv possono dare un’idea sbagliata di ciò che è bene per il corpo e per la propria salute.
Certo, dimagrire può permettere di sentirsi meglio anche con la propria immagine, ma questo è bene che resti principalmente un supporto psicologico per affrontare le limitazioni imposte dalla dieta, e non la motivazione principale. Quindi attenzione anche alle diete “fai da te”. La dieta deve essere prescritta da un medico sulla base di valutazioni specialistiche.
Come funziona la dieta dissociata?
Il primo esempio di dieta dissociata risale al 1911 e può esemplificare bene i principi di questo regime alimentare. Fu messa a punto dal dott. Howard Hay negli Stati Uniti, e fu per questo detta “dieta Hay”.
Il dott. Hay la sviluppò per auto curarsi da una malattia renale che lo affliggeva. Per migliorare le proprie condizioni di salute modificò il proprio regime alimentare, e sulla base di ricerche e sperimentazioni giunse a migliorare il proprio stato.
Howard Hay partì dall’osservazione che parte degli alimenti non viene né metabolizzata né espulsa dall’organismo, ma permane sotto forma di accumuli che possono causare problemi fisici.
Nel corso delle sue osservazioni, arrivò ad identificare la causa di questi accumuli nell’eccessiva alimentazione: eccessivo consumo di carne, di farinacei, di alimenti in genere. L’eccesso alimentare non digerito genera gli accumuli nocivi. In particolare, talune combinazioni di cibo ostacolerebbero la digestione, restando a fermentare nell’intestino.
La dieta dissociata sviluppata da Hay si propone così di evitare quelle combinazioni di alimenti che possono creare difficoltà digestive e i problemi connessi.
Ad esempio, indica di evitare di combinare, nello stesso pasto, proteine e carboidrati (come ad esempio pasta e carne), o alimenti che contengono proteine differenti (come ad esempio formaggio e pesce) e di non usare condimenti derivati da grassi animali. La frutta non andrebbe consumata dopo il pasto, perché rallenterebbe i processi digestivi.
Altre indicazioni di Hay sono: consumare in modo limitato proteine, amidi e grassi, di mangiare molta frutta e verdura, preferire il grano integrale alle farine bianche e far intercorrere non meno di quattro ore tra un pasto e l’altro.
Pur sembrando funzionare nel caso di Hay, va ricordato anche che si tratta di una dieta che ha ricevuto critiche, basate sull’osservazione secondo la quale non permetterebbe di mantenere un regime alimentare adeguato.