Contrariamente a quello che si può pensare, l’anestesia non è nata in epoca moderna, bensì esisteva già nell’antichità.
Ovviamente era rapportata ai metodi di allora, alle tecniche conosciute a quel tempo, e aveva caratteristiche ed efficacia differenti da quelle a cui siamo abituati a pensare. Di certo non compariva l’anestesista sorridente con la siringa in mano per fare una punturina dopo la quale non si ricorda più nulla.
Però le sostanze per sedare o anestetizzare esistevano eccome, e venivano somministrate sotto forma di polvere, di estratto o tintura e, nella maggior parte dei casi, mediante ingestione diretta. Ingestione che avveniva attraverso altre sostanze, generalmente vino, latte o miele.
Obiettivo degli anestetici utilizzati era di provocare il sonno in modo da poter eseguire un intervento chiururgico senza, come dire, la partecipazione attiva di un paziente in preda al dolore. Quando ancora non si usava alcuna forma di anestetico, curare le persone che necessitavano di interventi seri era infatti davvero complicato per il medico e straziante per i pazienti.
Una delle erbe più utilizzate nella ‘famiglia degli anestetici’ era il papavero da oppio, grazie al suo succo che ha la capacità di anestetizzare, sempre secondo rigorosi dosaggi presenti nei trattati di medicina di ogni era. L’abuso di anestetici, per quanto di origine naturale, era infatti potenzialmente dannoso e non andava affrontato con leggerezza.
Poi c’era lo stramonio, utile perchè le sostanze presenti nelle foglie e nei semi sono in grado di inibire gli spasmi e i dolori nevralgici o reumatici.
Altro anestetico famoso è la mandragora, sedativa e narcotica, e quindi adatta per essere bevuta prima di un intervento, in particolare se si trattava di cauterizzare i tessuti.
E ancora, la cannabis, che oggi è illegale, fin dal 70 d.c. veniva utilizzata regolarmente, ma soprattutto per piccoli interventi perchè non è un vero e proprio anestetico. Mentre le altre erbe hanno anche proprietà sedative, la cannabis è più che altro ‘rilassante’ e può indurre al massimo una sorta di torpore che mal di concilia con interventi impegnativi e dolorosi.
Infine, ricordiamo la spongia somnifera, nota perchè i romani la usavano come anestetico ma ancor più per l’abitudine a somministrarla a chi era condannato a morte per crocifissione. Conosciuta anche come ‘vino della morte’, sembra che provocasse addirittura una condizione di morte apparente, costringendo i ‘poveri’ centurioni a ricorrere comunque alla lancia per avere certezza dell’avvenuta morte del crocifisso.
E sembra che sia stata somministrata anche a Gesù Cristo….